I cronisti non sanno più dove girarsi...
 
 
I cronisti non sanno più dove girarsi, sommersi in un mare di comunicati stampa sui temi più disparati, travolti da un fiume di giovani, suore, preti, pastori luterani che saltano da uno studio biblico ad un dibattito politico, dall'Europa all'omosessualità, dalla presenza di Maria nella chiesa al corso di inni sacri tenuto dai monaci, dal dailogo tra ortodossi a quello tra il rabbino Melchior e lo sceicco tal El Sider, lungo i tre piani dell'Agorà dove il prisma del cristianesimo riverbera le sue facce in una moltitudine di stand d'ogni tipo. Improvvisamente la religione conquista la prima pagina sui giornali tedeschi. Stavolta a fare notizia non è un viaggio del Papa ma uno straordinario appuntamento comune di cattolici, luterani, protestanti di diversa denominazione, adolescenti o cinquantenni - di meno sembrano i quarantenni - che da tutta la Germania si sono radunati per cinque giorni a Berlino, la città meno cristiana di tutto il Paese. Gli organizzatori dichiarano 192mila adesioni e c'è da crederci perché per partecipare hanno dovuto pagare la quota di vitto alloggio o sacco a pelo nelle scuole.

Il Kirchentag, che per la prima volta ha unificato i tradizionali Katholinchentag e Kirghentag evangelico, si rivela una grande festa ecumenica, organizzata non dalle gerarchie ecclesiastiche ma dalle potenti organizzazioni del laicato cattolico e luterano. Le gerarchie tedesche si lasciano coinvolgere. Il cardinale Karl Lehmann, presidente della Conferenza cattolica, risponde con generosità al pubblico e ai giornalisti, il cardinale Walter Kasper, capo dicastero vaticano per l'unità dei cristiani - sottolinea Radiovaticana - viene interrotto da cinquanta applausi. Il custode della dottrina Joseph Ratzinger, invece va in Germania ma si trattiene in Baviera. Curiosamente del messaggio che il Papa ha inviato alla manifestazione, letto dal nunzio apostolico, non c'è traccia tra i puntualissimi bollettini della Sala stampa vaticana. Il fenomeno resta tutto tedesco ma l'onda lunga potrebbe propagarsi tanto più che le prossime giornate della gioventù con il Papa si terranno nel 2005 in Germania, seppure nella più ortodossa Colonia.

«Il Kirghentag diventi un grande segno ecumenico che l'unione nella fede è più forte di ciò che divide», raccomandato Giovanni Paolo II. E ieri i rappresentanti delle 26 chiese cristiane della Germania hanno solennemente sottoscritto i dodici punti della "Carta ecumenica", documento dei principi già firmato a Graz.

Difficile a Berlino distinguere nettamente le famiglie religiose, gente abituata a matrimoni misti, a scambi di parrocchia, un po' sorpresi dalle sottigliezze teologiche che vietano "l'ospitalità eucaristica" ai cattolici. Un clima del genere non preoccupa troppo i vescovi protestanti ma certo inquieta di più le gerarchie cattoliche convinte che l'unità sia raggiungibile soltanto attraverso un nitido senso della propria identità. Così l'ecumenismo di popolo tocca il punto limite e più critico della faccenda. Hans Kung, il più noto teologo del dissenso, affascina duemila persona con una conferenza ironica e scoppiettante. Dicono che Kasper abbia gradito il suo ritorno tra le folle di Berlino. Anche lui, però, ha raccomandato di non correre troppo e di evitare «pressioni pubbliche e polemiche» che possono complicare il cammino unitario. Tutti hanno capito di che cosa stava parlando, della famosa eucarestia in comune tra cattolici e protestanti, diventata pomo della discordia, già alla vigilia di questo Khirghentag. Gli organizzatori avevano sognato uno scambio di comunione, cattolici ospiti alla Cena protestante e luterani all'eucarestia del prete. Non ancora una liturgia comune ma un passo decisivo dal punto di vista teologico. Ad impedirlo è intervenuta addirittura l'ultima enciclica di Wojtyla, proprio alla vigilia del Khirghentag. E così la sfida è stata raccolta dal movimento "Noi siamo chiesa" che per due giorni ha attirato televisioni e giornali sulla parrocchia luterana di Getzemani a Prenzlauer Berg nella parte orientale della città, famosa per aver ospitato le riunioni di preghiera contro il vecchio governo della Ddr. Qui don Gotthold Hasenthuettl ha presieduto un rito cattolico mentre le ostie venivano distribuite ai fedeli senza distinzione insieme al vino, che invece non rientra nella liturgia romana. La scena si è ripetuta a parti invertite il giorno dopo con il pastore luterano. Un pizzico di ambiguità liturgica, le scene di entusiasmo, una commistione con la musica jazz di quelle che suscitano la aperta riprovazione di Ratzinger e l'interrogativo sulla sorte del vecchio parroco. Dalla conferenza episcopale fanno sapere che la faccenda rientra tra le competenze della diocesi di Treviri, cui appartiene il sacerdote, e che comunque non si parla di scomunica.

Mentre duemila persone vanno ad ascoltare il Dalai Lama, ospite d'eccezione del Kirchentag venuto a consigliare una pace anche interiore, in giro si vedono bandiere arcobaleno e l'ecumenismo in piazza si prepara in massa alla sua domenica conclusiva.

Fulvio Fania