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Quand’è che amore e ragione finalmente diventeranno visibili nella Chiesa cattolica?

Note al termine della visita di papa Benedetto XVI in Baviera

Noi siamo Chiesa - Germania: quand’è che amore e ragione finalmente diventeranno visibili nella Chiesa cattolica? Note al termine della visita di papa Benedetto XVI in Baviera

Quand’è che l’amore e la ragione di cui il papa ha parlato tanto spesso e con tanta insistenza negli ultimi giorni diventeranno visibili anche all’interno della sua Chiesa? È ciò che si chiede il Movimento Popolare Cristiano Wir sind Kirche al termine della seconda visita in Germania di papa Benedetto XVI.

L’affermazione del papa secondo cui il cristianesimo va spiegato non attraverso divieti, ma come «opzione positiva», va accolta incondizionatamente. È tanto piú deplorevole, tuttavia, il fatto che il papa non abbia dato alcun segno di speranza su riforme in tempi brevi nella Chiesa cattolica romana, ad esempio per quanto riguarda le donne e i sacerdoti, evitando concrete prese di posizione e negando una vera disponibilità al dialogo, soprattutto con i laici.

È deplorevole anche il fatto che il papa, all’inizio della sua visita, abbia risposto all’augurio da parte di tanti connazionali di un rapido avvicinamento della Chiesa cattolica e di quella evangelica, espresso dal presidente federale tedesco Horst Köhler, in modo improvvisato, senza ritornarci sopra in seguito. Se le sue parole, che hanno espresso lo sforzo di «avvicinarsi gli uni agli altri» con «cuore e intelletto», rimarranno ancora a lungo senza conseguenze e frutti concreti, sarà visibile la delusione tra gli uomini e le donne cristiani.

Il discorso tenuto all’Università di Ratisbona è certo una delle migliori sintesi di ciò che lo studioso Joseph Ratzinger ha affermato sul rapporto tra fede e ragione. Ma l’immagine tratteggiata dal papa nella sua predica a Ratisbona di un Dio amorevole resta ancora lettera morta nelle strutture attuali della Chiesa cattolica romana. La sua prima enciclica Deus caritas est, di cui tanti hanno cantato le lodi, rischia di diventare un alibi se anche la Chiesa, nella gestione di se stessa, sarà incapace di mettere in pratica l’amore.

Nell’infausto conflitto tra il vescovo di Ratisbona, Dr. Gerhard Ludwig Müller, e i laici della diocesi, il papa, come «sommo costruttore di ponti» (uno dei suoi titoli è appunto «pontifex maximus») non ha purtroppo compiuto alcun percepibile tentativo di comporre la lite.

Papa Benedetto si presenta come colui che vuole conservare la tradizione; bisogna tuttavia chiedersi se egli sia in grado di aprire abbastanza la Chiesa al nuovo millennio. Gli uomini di fede mostrano un grande desiderio di ricerca, ma il centralismo della gerarchia e la rigida morale sessuale rendono impossibile a molte persone vivere la fede e la comunione nella Chiesa cattolica romana.

Pur con tutto l’entusiasmo che le persone hanno dimostrato al papa nella sua terra, gli eventi di massa, vere e proprie messe in scene mediatiche, non possono e non devono dissimulare i problemi reali della Chiesa cattolica, che già a novembre torneranno all’ordine del giorno nelle visite ad limina dei vescovi tedeschi.

Zuletzt geändert am 23­.10.2006