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Veröffentlicht am 20­.03.2010

20.3.2010 - ANSA

PEDOFILIA: GERMANIA; WSK, DENUNCIATO SOLO UN CASO SU 20

PEDOFILIA: GERMANIA; WSK, DENUNCIATO SOLO UN CASO SU 20

MONACO DI BAVIERA

(ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 20 MAR - Il movimento dei cattolici del dissenso tedeschi 'Noi siamo Chiesa' ha accreditato la stima che lo scandalo dei preti pedofili in Germania possa essere 20 volte più vasto di quanto finora denunciato. Si parla di " oltre 300 vittime ma ieri ho sentito un esperto secondo il quale la zona d'ombra è così vasta che potrebbero essere 20 volte di più'", ha riferito all'ANSA a Monaco di Baviera uno dei sei dirigenti e principale portavoce del movimento, Christian Weisner. (SEGUE).

PEDOFILIA: GERMANIA; WSK, DENUNCIATO SOLO UN CASO SU 20 (2)

(ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 20 MAR - Quella di oltre 300 "é sicuramente una stima al ribasso", ha sottolineato Weisner riferendosi ad esempio al caso della sola Berlino dove vi sono state 120 denunce (che costituiscono il grosso dei 160 casi riferiti da fonti attendibili soltanto agli ambienti gesuiti).

Il fenomeno delle denunce di abusi sessuali su minori commessi negli ambienti della Chiesa cattolica è vecchio di almeno otto anni, ha sostenuto Weisner ricordando che Wir sind Kirche (Wsk, Noi siamo Chiesa) "già dal 2002 ha creato un telefono di emergenza per le vittime di violenza sessuale nella Chiesa e da allora abbiamo assistito più di 300 persone che hanno chiamato". (ANSA).

PEDOFILIA: GERMANIA; MEDIA, CAPO VESCOVI COPRI' UN CASO

CON PENSIONAMENTO SENZA DENUNCIA, ARCIVESCOVADO SMENTISCE

(ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 20 MAR - Anche se smentiti da un'Arcidiocesi, due importanti media hanno accusato il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch, di aver coperto anni fa un prete pedofilo senza denunciarlo alla magistratura. Lo ha sottolineato un portavoce di 'Wir Sind Kirche' (Noi siamo Chiesa), movimento cattolico critico nei confronti del Vaticano.

"Anche monsignor Zollitsch, il presidente della Conferenza episcopale, negli anni Novanta ha avuto un caso, un grave crimine di cui la Procura non è stata informata", ha sintetizzato il portavoce, Christian Weisner, citando il quotidiano Badische Zeitung.

L'accusa al capo dei vescovi, riferisce l'agenzia tedesca Dpa, è stata formulata anche dalla trasmissione di approfondimento giornalistico 'Report Mainz': secondo i due media Zollitsch, quando nel 1991 era responsabile del personale nell'arcidiocesi di Friburgo, si sarebbe limitato a prepensionare - senza denunciarlo - che aveva abusato di almeno 17 bambini e ragazzo. Il sacerdote si suicidò nel 1995, ricorda l'agenzia sottolineando - senza però precisare meglio - che l'Arcidiocesi di Friburgo ha "respinto le accuse di insabbiamento" rivolte a Zollitsch. (ANSA).

PEDOFILIA: GERMANIA; WSK, DIBATTITO ANCHE SU TABU' SESSUALI

NON SOLO SU CELIBATO, DICE LEADER DISSIDENTI CATTOLICI

(ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 20 MAR - Per superare lo scandalo dei preti pedofili, "non abbiamo bisogno di un dibattito solo sul celibato ma dobbiamo parlare complessivamente sulla sessualità nella Chiesa cattolica, dei suoi tabù ": lo ha sostenuto un portavoce del movimento dei dissidenti cattolici tedeschi di 'Noi siamo Chiesa' (Wir sind Kirche).

"I divieti del catechismo rendono le persone molto inibite", ha sostenuto il portavoce e dirigente di spicco del movimento, Christian Weisner, dichiarando che un altro tema da affrontare é quello delle "strutture autoritarie" della Chiesa che "favoriscono l'insabbiamento" dei casi di pedofilia.

Circa il celibato ecclesiastico, Weisner si è appoggiato all'autorità di Hans Kueng, il teologo svizzero anch'egli critico nei confronti della Chiesa, definendolo un "simpatizzante" del movimento: "in due importanti articoli sulla nostra pagina web - ha ricordato il portavoce - Kueng ha scritto che l'obbligo del celibato è espressione di una misogina e sessuofobia della Chiesa cattolica". Anche "sull'Osservatore Romano - ha riferito Weisner - questa settimana c'era un articolo di una donna che ha detto che se nella Chiesa cattolica ci fossero più donne in posizioni dirigenziali avremmo meno casi di pedofilia. E questo sull'Osservatore romano". (ANSA).

PEDOFILIA: DISSIDENTI TEDESCHI, LETTERA CON LUCI E OMBRE

WSK, SI STRIGLIANO VESCOVI SENZA AGGIORNARE MORALE SESSUALE

(ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 20 MAR - Il movimento dei dissidenti cattolici tedeschi di 'Noi siamo Chiesa' (Wsk, Wir sind Kirche) ha sostenuto che "la durezza nei confronti dei vescovi irlandesi" e l'indicazione a denunciare i casi alla magistratura contenute nella Lettera pastorale di Benedetto XVI diffusa oggi "sono sicuramente parole chiare" che però evitano la questione della morale sessuale della Chiesa rendendo "ambivalente" il documento.

"Non c'é nemmeno una parola sulla situazione in Germania", ha lamentato inoltre il portavoce del movimento, Christian Weisner, parlando all'ANSA. Papa Ratzinger, ha aggiunto il portavoce, si è "dichiarato molto colpito per i casi in Irlanda ma la questione delle vere cause - che, secondo noi, risiedono anche nei dettami cattolici sul sesso e nel celibato - non viene affrontata".

Weisner ha segnalato che "papa Benedetto XVI sottolinea ancora una volta la tradizionale immagine del prete", che secondo 'Noi siamo Chiesa' non è adeguata per affrontare il fenomeno degli abusi pedofili negli ambienti cattolici. (ANSA).

PEDOFILIA:LETTERA;DA DISSIDENTI TEDESCHI PLAUSO A META'/ANSA

'NOI SIAMO CHIESA',PAPA NON INFRANGE TABU'.OMBRE SU CAPO VESCOVI

MONACO DI BAVIERA (dell'inviato Rodolfo Calò) (ANSA) - MONACO DI BAVIERA, 20 MAR - La coscienza critica del cattolicesimo tedesco, incarnata dal movimento 'Wir sind Kirche' (Noi siamo Chiesa), è soddisfatta solo a metà della lettera pastorale di papa Benedetto XVI ai fedeli irlandesi sullo scandalo pedofilia: uno scandalo che sta colpendo anche la Germania, con stime che parlano di 6.000 casi. Uno di questi, appena emerso, giustifica tra l'altro accuse di insabbiamento rivolte allo stesso presidente della Conferenza episcopale tedesca.

Bene la strigliata ai vescovi irlandesi, però manca il coraggio di affrontare il nodo della repressiva morale sessuale cattolica che, assieme al celibato ecclesiastico, favorisce il fenomeno della pedofilia negli ambienti ecclesiastici: questo il senso del commento che ha fatto all'ANSA a Monaco di Baviera uno dei sei dirigenti, e principale portavoce, del movimento dei cattolici del dissenso tedeschi 'Noi siamo Chiesa', Christian Weisner. Germogliato in Austria nel 1995 e fondato a Roma l'anno dopo, il movimento è presente nel mondo in più di 20 paesi ("tra cui l'Italia", ricorda Weisner) e si batte per un rinnovamento della Chiesa cattolica sulla base del Concilio Vaticano II e dei suoi sviluppi teologici e pastorali. Fra i "simpatizzanti" del movimento vi sono vari teologi, tra cui Hans Kung, il critico svizzero della Chiesa cattolica. Occhialetti tondi e barba brizzolata, il capo del Wir sind Kirche (Wsk) è un ex-urbanista ora dedicatosi totalmente alla causa del movimento dall'estrema periferia di Monaco, dove ha letto la versione tedesca della lettera in cui ha apprezzato "la durezza nei confronti dei vescovi irlandesi" e anche l'esortazione a denunciare i casi di pedofilia alla magistratura: "Sono sicuramente parole chiare" che però evitano la questione della morale sessuale della Chiesa, rendendo "ambivalente" il documento. Nel sottolineare che "non c'é nemmeno una parola sulla situazione in Germania", l'esponente del Wsk ha insistito che "la questione delle vere cause, le quali, secondo noi, risiedono anche nei dettami cattolici sul sesso e nel celibato, non viene affrontata".

L'urgenza di una parola chiara sulla Germania, secondo Wir sind Kirche, è attestata dalle cifre dello scandalo: l'agenzia tedesca Dpa, in base ad un proprio sondaggio, li stima in "più di 250 casi" ma Weisner, accreditando come molto cauta una stima di "oltre 300", rimanda ad un esperto secondo cui la zona d'ombra creata da reticenze ed omertà è così vasta che gli abusi realmente perpetrati potrebbero essere 20 volte di più, circa 6.000.

Da quella zona d'ombra o quantomeno di oblio è emerso oggi un caso che ha lambito addirittura il presidente della Conferenza episcopale tedesca, l'arcivescovo Robert Zollitsch, accusato da un giornale e da una trasmissione televisiva di approfondimento giornalistico di aver soltanto pre-pensionato - senza denunciarlo alla magistratura - un sacerdote finito suicida dopo aver abusato di 17 bambini e ragazzi. L'insabbiamento risale al 1991, quando Zollitsch era solo responsabile del personale dell'arcidiocesi, e oggi l'arcivescovo di Friburgo e capo dell'episcopato tedesco ha chiesto "perdono" alle vittime degli abusi perché, con il senno del poi, avrebbe dovuto indagare meglio su quel sacerdote ("cercando e facendo cercare testimoni e vittime in maniera più coerente e con maggior vigore", ha detto con un velato riferimento ad un mancato coinvolgimento della magistratura). Zollitsch comunque si è difeso dall'accusa di insabbiamento volontario sostenendo di aver agito all'epoca "in scienza e coscienza".

Interpellato sulle sponde dell'Isar, il fiume di Monaco che scorre veloce nel suo crepaccio urbano, il leader di 'Wir Sind Kirche' ha avallato la stima che ad essere colpite dallo scandalo siano ben 22 delle 27 diocesi tedesche (finora si era parlato di 19). Accanto all'esigenza di trasparenza c'é però anche il problema della riservatezza e della protezione dell'identità delle vittime, ha ricordato oggi su un giornale il "Weisser ring", un'associazione di vittime della pedofilia detta "anello bianco": se assicurata, questa privacy potrebbe far cadere remore a denunciare gli abusi favorendo l'emersione del fenomeno. (ANSA).

Zuletzt geändert am 20­.03.2010